Nel 2025 cambiano i bonus caldaie: ecco quali modelli sono ammessi e quali restano fuori

Nel 2025 cambiano i bonus caldaie: ecco quali modelli sono ammessi e quali restano fuori

Un adesivo rosso con la scritta "BONUS" affianca un boiler bianco, simbolo degli incentivi per l'efficienza energetica. - pompavolumetrica.it

Matteo Casini

Novembre 21, 2025

Alla porta, il tecnico con la borsa degli attrezzi spiega che la vecchia caldaia non è più “candidabile” agli incentivi. In molti condomini e case singole la confusione è la stessa: quali impianti possono ancora ottenere detrazioni e quali sono stati esclusi? La risposta non è solo una questione di modello, ma di norme europee, chiarimenti dell’Amministrazione fiscale e di specifiche tecniche che spesso restano poco note a chi deve decidere.

Tra normative e offerte commerciali, chi sostituisce il generatore si trova davanti a scelte che incidono su costi immediati e su spese energetiche future. Qui si riassume cosa è cambiato e perché certe soluzioni restano incentivate mentre altre sono state tagliate fuori, con riferimenti pratici che aiutano a orientarsi nella scelta.

Caldaie escluse e quadro normativo

Le decisioni normative hanno messo un punto fermo: le caldaie a condensazione tradizionali alimentate esclusivamente a combustibili fossili sono state escluse dagli incentivi più diffusi. In particolare, Ecobonus, Bonus ristrutturazione e Superbonus non coprono più né la sostituzione né la nuova installazione di questi generatori per le spese sostenute negli anni coperti dalle recenti disposizioni. Lo chiarisce anche la circolare dell’Agenzia delle Entrate, che interpreta il riferimento normativo alla luce della Direttiva “Case Green”, orientata alla decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo.

Il motivo è tecnico e politico: incentivare impianti che riducono l’uso diretto di combustibili fossili e favorire tecnologie a maggiore efficienza energetica. Un dettaglio che molti sottovalutano è la deroga temporale: se la spesa è stata sostenuta entro la fine del 2024, la pratica può ancora essere riconosciuta anche se i lavori si sono conclusi successivamente. Questo punto interessa chi ha avviato pratiche edilizie o comunicazioni preventive prima del cambio di regole.

Nel 2025 cambiano i bonus caldaie: ecco quali modelli sono ammessi e quali restano fuori
Un tecnico specializzato effettua la manutenzione di una caldaia, un momento cruciale per l’efficienza energetica domestica. – pompavolumetrica.it

Nel linguaggio comune la misura appare dura, ma lo scopo dichiarato è chiaro: ridurre le emissioni nel parco immobiliare nazionale. Chi vive in città lo nota anche nel dialogo con i tecnici, che sempre più spesso propongono alternative diverse dalla sola caldaia a gas.

Sistemi ibridi e incentivi ammessi

Nel panorama delle soluzioni ancora finanziate, i sistemi ibridi emergono come l’opzione privilegiata. Si tratta di apparecchi che combinano una pompa di calore elettrica con una caldaia a condensazione, ma non in maniera artigianale: il requisito fondamentale è che il kit sia assemblato in fabbrica e dichiarato dal produttore come soluzione integrata. In questo modo l’installazione può beneficiare delle detrazioni previste dall’Ecobonus e dal Bonus ristrutturazione.

Dal punto di vista operativo, una centralina gestisce l’innesto automatico della tecnologia più efficiente in funzione delle condizioni esterne: la pompa di calore lavora in prevalenza a temperature miti, mentre la caldaia entra in campo per i picchi termici. Un aspetto che sfugge a chi legge solo le offerte è la soglia di operatività: in genere la pompa di calore è più vantaggiosa quando la temperatura esterna supera una certa soglia, indicata dai costruttori (spesso intorno ai 7°C), e questa soglia condiziona i risparmi reali.

Sul fronte fiscale, per la prima casa la detrazione può arrivare al 50% delle spese per l’acquisto e l’installazione del sistema ibrido (con percentuali che variano negli anni successivi), mentre il Bonus ristrutturazione applica le stesse percentuali con un tetto di spesa più elevato. Un fenomeno che in molti notano solo nel periodo di sostituzione è la differenza tra risparmio energetico atteso e benefici fiscali: entrambi vanno valutati insieme prima di decidere.

Altre tecnologie e requisiti pratici per gli incentivi

Oltre ai sistemi ibridi, continuano a rientrare nelle agevolazioni alcune tecnologie alternative: le pompe di calore ad assorbimento a gas, i generatori a biomassa e i microcogeneratori. La logica è tecnica: alcuni apparecchi, pur impiegando combustibile fossile, funzionano con principi diversi che li rendono compatibili con gli obiettivi di rinnovabilità e di efficienza. Per esempio, le pompe ad assorbimento sfruttano un ciclo termodinamico diverso rispetto alla semplice combustione.

Per accedere alle detrazioni è fondamentale rispettare requisiti pratici precisi. L’intervento deve riferirsi a immobili esistenti e accatastati, e i sistemi ibridi devono avere una classe energetica A o superiore. Nel caso dei generatori a biomassa, è obbligatorio dotarsi di dispositivi di termoregolazione evoluta (classi V, VI o VIII) per ottenere le percentuali massime di detrazione.

Sul piano burocratico non si annullano gli oneri: il pagamento con bonifico parlante, la conservazione delle fatture e della dichiarazione di conformità e l’invio della comunicazione all’ENEA entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori sono passaggi imprescindibili. Il Conto Termico offre inoltre contributi a fondo perduto per i privati, mentre le pubbliche amministrazioni possono avere misure diverse, talvolta compatibili anche con caldaie a condensazione.

La scelta finale dipende da clima locale, struttura dell’immobile e disponibilità immediata di risorse: un aspetto che molti notano è che la convenienza fiscale tende a ridursi negli anni, quindi pianificare l’intervento valutando sia l’incentivo sia il risparmio energetico è una decisione che pesa sul budget futuro e sull’impatto ambientale dell’abitazione.